Antologia delle maggiori bestie della mitologia greca

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view post Posted on 11/4/2010, 15:07




Nel libro Percy incontra molti animali mitologici.Ma quelli riportati nel libro non sono gli unici animali mitologici in cui credevano gl antichi greci.Eccone altri:

  • Arpie:

    Figlie di Echidna e Tifeo, erano tre sorelle: Aello, Ocipete e Celeno (quest'ultima, secondo Omero si sarebbe chiamata Podarge). Figure mostruose della mitologia greca, le arpie impersonavano i venti marini tempestosi, ed era proprio durante le burrasche che, sotto forma di venti, entravano in azione rapendo i naufraghi.
    Successivamente acquistarono carattere di divinità infernali, che rapivano le anime dei morenti e le trasportavano nell'aria. Successivamente hanno acquisito consistenza corporea e sono state raffigurate come uccelli col volto di donna.




  • Centauri:

    Dalla mitologia greca, mostri con tronco umano e corpo da cavallo.
    Per tradizione vengono situati sui monti della Tessaglia.
    Erano ritenuti discendenti di Centauro, nato dall'unione di Issone e delle giumente dei pascoli della Magnesia.
    Alcuni centauri erano autori di imprese malvagie e brutali, mentre altri, come Chirone, erano saggi e benevoli, vivevano nei boschi, conoscevano le piante e le stelle ed erano considerati fedeli amici degli uomini e degli dei.




  • Cerbero:

    Cerbero, mostruoso cane della mitologia greca, è il guardiano dell'entrata dell'Ade, colui che impedisce l'uscita ai morti e l'ingresso ai vivi.
    Per quanto riguarda l'iconografia, esistono diverse rappresentazioni del suo aspetto: le teste sono in numero variabile da una a cinquanta (fonti più tarde gliene attribuiscono addirittura cento), anche se nella maggior parte dei casi sono due o tre.
    Inoltre, a volte, lo troviamo raffigurato con la coda serpentiforme o con serpentelli che gli fuoriescono dal capo o dai fianchi.

    Figlio di Echidna e Tifeo, come il fratello Ortro, é stato protagonista di una delle più celebri fatiche di Ercole. L'eroe greco, obbligato a ubbidire a Euristeo, re di Tirinto da lui giudicato "uomo molto inferiore", discende nell'Erebo, prende per il collo la bestiaccia e la trascina fuori fino alla corte del sovrano.



  • Chimera:
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    La Chimera è un mostro della mitologia greca figlia di Echidna e di Tifeo, anche se secondo un altro mito sarebbe figlia di un legame incestuoso tra l'Echidna e il figlio Ortro.
    Qualunque fossero le sue origini, comunque, rappresentava lo scatenarsi irresistibile delle tempeste.

    Il suo corpo è composto da parti di capra, leone e serpente combinate fra loro in modo non sempre uguale. A volte è raffigurata con testa di leone e corpo di capra, con un serpente che funge da coda: in questo caso ha due teste. Altre volte ha un solo corpo (leone o capra) con tre teste affiancate di leone, capra e serpente fuoriuscenti da un unico collo. Si può trovare anche con le tre teste innestate su parti diverse di un corpo generalmente leonino.

    Nel mito è stata uccisa da Bellerofonte che è riuscito a colpirla dall'alto cavalcando il destriero alato Pegaso.



  • Ciclopi:
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    Nella primitiva mitologia greca i Ciclopi - Bronte, Sterope e Arge - erano tre dei figli di Gaia, la terra, e di Urano, il cielo. Fratelli dei Titani e degli Ecatonchiri, come loro, appartengono alla prima generazione cosmica. Erano giganti con un solo occhio al centro della fronte.
    Quando i Titani si ribellarono a Urano, Crono, il più giovane di loro, mutilò il padre e gli rubò lo scettro inaugurando un nuovo regno. Poi, per paura che vendicassero il padre, imprigionò nell'Ade i Ciclopi e gli Ecatonchiri facendoli guardare a vista dalla terribile Kampe.
    Il mostro fu però ucciso da Zeus, che, liberati i prigionieri, si avvalse del loro aiuto per sconfiggere i ribelli.
    La guerra fra gli dei olimpici e i Titani durò dieci anni e viene ricordata col nome di Titanomachia. Zeus poté ottenere la vittoria grazie alle potenti folgori fabbricate per lui dai Ciclopi che, da quel momento, ricoprirono il ruolo di fabbri divini.




  • Gorgoni:

    Le Gorgoni, personaggi della mitologia greca, erano tre sorelle, Steno, Euriale e Medusa, figlie di Ceto e Forco. Di aspetto mostruoso, avevano ali d'oro, mani con artigli di bronzo, zanne di cinghiale e serpenti al posto dei capelli e la loro bruttezza era tale da impietrire chiunque le guardasse. La gorgone per eccellenza era Medusa, la più famosa delle tre e loro regina, che, per volere di Persefone, era la custode degli Inferi.
    A differenza delle sorelle era mortale.





  • Ecatonchiri:
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    Gli Ecatonchiri - o Centimani alla latina - Cotto, Briareo e Gige, erano tre giganteschi figli di Gaia e Urano (la Terra e il Cielo) che avevano cento braccia e cinquanta teste. Appartengono alla prima generazione cosmica come i Titani e i Ciclopi, insieme ai quali rappresentano le forze brute e violente che si sprigionano dalla terra e dal cielo.

    Quando i Titani si ribellarono a Urano, Crono, che aveva usurpato il potere del padre, imprigionò nell'Ade i Ciclopi e gli Ecatonchiri, facendoli guardare a vista dalla terribile Kampe.
    Il mostro fu poi ucciso da Zeus, che, liberati i prigionieri, si avvalse del loro aiuto per sconfiggere i ribelli. Alla fine della guerra Zeus rinchiuse i Titani nell'Ade e, capovolgendo la situazione precedente, mise come loro guardiani gli Ecatonchiri.



  • Kampe:
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    L'origine di questa creatura della mitologia greca è assai incerta. Di certo si sa che Crono l'aveva messa a guardia dei Ciclopi e degli Ecatonchiri dopo averli imprigionati nell'Ade.
    Per quanto riguarda il suo aspetto, pare che avesse cinquanta teste di altrettante differenti bestie feroci, busto di donna, la parte inferiore del corpo serpentiforme e, secondo alcune fonti, due ali nere.
    Fu uccisa da Zeus per liberare i prigionieri che un oracolo gli aveva rivelato essere necessari per vincere contro i Titani.




  • Minotauro:
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    Minosse, re di Creta, chiese a Poseidone di inviargli dal mare un magnifico toro per poterlo onorare con un sacrificio veramente degno. Tuttavia, al momento di predisporre la cerimonia, Minosse sostituì il toro mandato via mare da Poseidone con un altro, suscitando le ire della divinità. La vendetta fu terribile: il bovino divenne furioso, e Poseidone fece in modo che la moglie di Minosse, Pasifae, si innamorasse dell'animale restandone incinta. Da questa anomala passione nacque il mostruoso Minotauro, un uomo con testa di toro che si nutriva esclusivamente di carne umana. Fu rinchiuso a Cnosso, nel labirinto edificato da Dedalo. Quando Minosse conquistò Atene pretese che ogni nove anni la città fornisse quattordici giovani - sette maschi e sette femmine - per sfamare il Minotauro.




  • Pegaso:
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    Pegaso era il celebre cavallo alato della mitologia greca sgorgato dal tronco di Medusa decapitata da Perseo. Divenne così il cavallo di questo eroe che aiutò a liberare Andromeda da un mostro marino a cui era stata offerta in sacrificio.
    Catturato da Bellerofonte mentre si dissetava alla fonte di Pirene, Pegaso fu determinante nell'impresa di Perseo contro la Chimera. Il mito narra che con un colpo di zoccolo percosse l'Elicona facendo scaturire la fonte di Ippocrene, sacra ad Apollo, alla quale si dissetavano poeti e cantori per ricevere l'ispirazione. Per questo motivo Pegaso veniva anche considerato il cavallo delle Muse. Alla fine delle sue vicende, Pegaso si trasformò nell'omonima costellazione.





  • Polifemo:
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    Polifemo è il celebre ciclope omerico in cui si imbatte Odisseo con i suoi compagni, alcuni dei quali finiscono tra le sue fauci. Nel passo dell'Odissea risulta evidente che Polifemo, come gli altri giganti che vivevano nel circondario, non hanno nulla a che vedere con i ciclopi preolimpici: Polifemo era infatti figlio della ninfa Tòosa e di Poseidone.
    A dire il vero, non c'è nessun riferimento al fatto che questo gigante possedesse un occhio al centro della fronte, avrebbe potuto anche essere semplicemente orbo, e avrebbe potuto possedere un solo occhio perché l'altro lo aveva perso. Anche l'iconografia non ci aiuta a sciogliere questo dubbio: esistono molte raffigurazioni di questi personaggi sia con due normalissimi occhi sia con uno solo.



  • Satiri e Sileni:
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    Satiri e Sileni sono divinità greche, figlie delle cinque nipoti di Foroneo, personaggio analogo a Prometeo, cui sono attribuite la fondazione della prima comunità umana, la scoperta del fuoco e quella della metallurgia. Entrambi, insieme alle Ninfe e alle Menadi, facevano parte del corteo di Dioniso.
    La distinzione fra Satiri e Sileni non è molto chiara e spesso vengono confusi e scambiati, pur presentando i primi zampe e coda di capra mentre gli altri, generalmente più anziani, hanno zampe e coda di cavallo.
    I Satiri rappresentavano le potenze vitali della natura in tutta la loro pienezza, erano demoni dei boschi e dei monti, dove trascorrevano il loro tempo nella massima dissolutezza, cantando, ballando e inseguendo le Ninfe. Dal loro nome fu chiamata "satira" una forma di rappresentazione teatrale in cui si mettevano in ridicolo dei ed eroi.
    I Sileni, di origine asiatica, erano invece le divinità dei fiumi e delle sorgenti.



  • Sirene:
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    Nella mitologia greca le sirene erano figure simili alle arpie: con le loro irresistibili melodie attiravano i marinai verso le loro isole rocciose e li facevano naufragare. Il curioso Odisseo, secondo Omero, al cospetto delle sirene, ordina ai suoi uomini di tapparsi le orecchie e si fa legare all'albero della sua nave per poter ascoltare il loro canto senza rischiare di esserne fatalmente attratto. Nelle storie degli Argonauti le sirene sono descritte come mostri con il capo di donna ma il corpo di uccello. Giasone e gli Argonauti vengono salvati grazie all'intervento di Orfeo, che con la sua musica riesce a vincere l'ammaliante melodia di questi mostri che, gelose, si gettano in mare e si trasformano in rocce.




  • Scilla e Cariddi:
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    Nella mitologia greca Scilla e Cariddi sono due mostri marini che abitavano due caverne ai lati dello stretto di Messina, rispettivamente verso la Calabria e verso la Sicilia. Erano la personificazione dei terrificanti vortici marini che in quel tratto, scoglioso, dovevano a quei tempi costituire un serio pericolo per la navigazione.
    Così i mostri facevano naufragare le imbarcazioni e divoravano i marinai. Secondo il mito Scilla era un tempo una ninfa stupenda di cui si era innamorato Glauco. Questi chiese a Circe di dare alla ninfa un filtro d'amore, ma la maga le fece invece bere una pozione che la trasformò in terribile mostro.
    Cariddi era invece la personificazione dei vortici del mare.




  • Titani:
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    I Titani erano divinità presentate come violente potenze ctonie anteriori a quelle olimpiche. Generati, come i Ciclopi e gli Ecatonchiri o Centimani, da Gaia, la terra, e Urano, il cielo, secondo la tradizione più comune erano dodici, sei maschi (Oceano, Coio, Crio, Iperione, Giapeto, Crono) e sei femmine (Teti, Febe, Rea, Mnemosine, Temi, Teia).
    Durante il regno di Urano, spinti dalla madre Gaia, si ribellavano al padre.
    Crono, il più giovane fra i Titani, coglieva di sorpresa il padre, lo mutilava e gli rubava lo scettro inaugurando un nuovo regno. Presa in moglie la sorella Rea generava un gran numero di figli che si affrettava a ingoiare appena nati, per il timore di subire lo stesso destino di Urano.
    Ma Rea riusciva a salvare l'ultimo di essi, Zeus, porgendo a Crono, che ingannato la ingoiava, una pietra avvolta in fasce.
    Zeus, cresciuto in età e in forze, assaliva il padre e lo obbligava a rigettare tutti i figli ingoiati che, essendo immortali, tornavano tutti vivi alla luce. Prima di sostituirlo sul trono doveva però sopportare l'assalto di alcuni Titani insorti per vendicare il fratello e contrari al nuovo ordine di Zeus.

    Questa guerra, detta Titanomachia, durata dieci anni, finiva con la vittoria di Zeus grazie all'aiuto dei giganteschi Ecatonchiri e alle saette fabbricate per lui dai Ciclopi che da questo momento divengono i fabbri divini.



SPOILER (click to view)
in costruzione


fonte per la maggiorparte delle informazioni

Edited by get insane ; - 12/4/2010, 15:27
 
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