Tiffany Miyuuji, Figlia di Demetra.

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momoko chan ~
view post Posted on 5/4/2010, 10:55




Tiffany Miyuuji


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"Le lacrime che scorrono per la tua perdita
gocciolando sgorgano nel mio dolore.
Come tutti gli altri che ti hanno abbandonata
chiudo le palpebre... "



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"Maledetti incubi... Zero, zero era la speranza che ormai avevo di dormire sogni tranquilli, e zero era anche la voglia di riaddormentarmi dopo essermi svegliata tutta sudata e pietrificata dalla paura. Si, lo ammetto, avevo paura. Nonostante io fossi un tipo che di coraggio ne aveva da vendere, nei sogni ero solo una pedina, una pedina della mia mente controversa segnata da profondi cambiamenti e avvenimenti che avevano sconvolto la mia fragile mente da bambina che ero una volta.
Il mio nome Tiffany. Tiffany è un nome di origine greca e significa colei che si mostra a Dio o colei al quale Dio si manifesta. Significa anche "luce di Dio".
Il mio nome non mi dispiace,anche perchè non do molta importanza a queste cose, e non capisco perchè le persone ne inventino di tutti i colori,per quanto mi riguarda i nomi potremmo anche non averli,non mi importa.
Invece il mio cognome è Miyuuji,il cognome del mio stupido padre buono a nulla. Se ne andato dopo aver incontrato in uno sporco locale di Kyoto una donna,un locale dove tutti gli uomini vanno per ubriacarsi e per sfogare i loro desideri sessuali. Sapeva soltanto dire che io ero un errore,che non sarei dovuta nascere e bla bla bla..anche se a volte fa male sentirselo dire sapete?
Dopo tutto ho solo quindici anni e non so nemmeno come si va avanti in questo cavolo di mondo,ma devo imparare a fare tutto da sola e non fidarmi subito delle persone,era questo che mi ero ripromessa di fare,di contare solo sulle mie forze,finchè non sarei stata sicura di potermi fidare completamente di qualcuno.
Pensare di essere la figlia di Demetra,Dea della natura e delle stagioni,mi fa sentire forte,anche se non l'ho mai conosciuta,mia madre la sento vicina,anche se non l'ho mai vista in volto,so che è l'unica che mi ascolta,e anche se non l'ha conosco caratterialmente sento che è una persona coraggiosa come me.
Mi hanno sempre detto che avevo gli stessi lineamenti e lo stesso fisico di mia madre,la descrizione fisica era simile,togliendo i miei occhi a mandorla,non posso fare altro che crederci dal momento che non ho la più pallida idea di come sia,e se sia davvero come la raffigurano in dipinti o statue. Sò che abbiamo gli stessi capelli,lunghi e lisci,di un castano scuro che però al sole presentano ciocche più chiare,labbra morbide carnose,spesso di un rosso molto acceso,pelle chiara e liscia,come i petali di una rosa,le mani curate e dita sottili,magra ma non troppo alta. In più a lei ho occhi a mandorla di un azzurro intesto che tende al grigio o al verde acqua,e non so da cosa dipenda,cambiano a loro piacimento...a volte penso che questo cambiamento sia dovuto al mio stato d'animo,e magari è anche un ipotesi giusta,ma non credo la cosa conti molto.
Anche se Momoko,mi diceva sempre che erano stupendi e io,non potevo fare a meno di sorridere quando la beccavo a osservare i miei occhi con desiderio,quasi come volesse strapparli. La mia non è di certo una storia allegra,ma credo che nella vita possa capitare di peggio.
Come ho già detto mio padre,Takanori,scappò con la prima donna che aveva aperto le gambine con lui,avevo 5 anni se non ricordo male,da un giorno all'altro,mi ritrovai sola. La mattina seguente mi svegliai e notando l'armadio di mio padre spalancato, senza più vestiti e accessori vari,mi avvicinai alla finestra poggiando le mani sul davanzale di marmo,che ricordo ancora freddo. Non vidi più la sua macchina parcheggiata vicino il cancelletto di casa.
Non si degnò di scrivermi un biglietto,se ne andò e basta,dopotutto quell'uomo,che ormai non considero più padre,se ne sempre fregato di me. Ma io,non piansi.
Mi mostrai indifferente di fronte questa situazione,sapevo che prima o poi sarebbe successo.
Il giorno stesso lasciai quella casa e prese le valige e messo dentro i pochi vestiti che avevo, partii spedita verso la casa di mia nonna,la madre di mio padre,tra le braccia stretto un pupazzo,era l'unico che potesse farmi compagnia a quel tempo.
Avevo visto solo una volta mia nonna,e mi sembrò subito una vecchia antipatica,ma sperai che fosse cambiata dall'ultima volta.
Il tragitto era piuttosto distante,specialmente da percorrere a piedi.
Come se non bastasse,iniziò a piovere,le goccioline iniziarono a scendere dal cielo una alla volta,la prima bagnò il mio naso. Alzai gli occhi al cielo,e lì,tutte le goccioline iniziarono a scendere più velocemente,bagnando completamente il mio viso. Continuai a camminare,posando delicatamente la valigia sulla testa del mio pupazzo,per evitare di farlo bagnare...
Non ho un ricordo preciso del paesaggio che mi circondava,ne tanto meno ricordo il viso di mia nonna quando mi trovò sulla soglia di casa sua,tutta bagnata con solo il mio pupazzo ancora asciutto e sano.
Il susseguirsi di questa storia non sarà molto divertente,ma già che ci siamo,continuerò a raccontare.
Ecco,mia nonna non era diventata come avevo sperato mentre mi dirigevo verso casa sua,ma era anche peggio di quando l'avevo conosciuta. La mia carriera scolastica si fermò alle medie,non potendo continuare a frequentare scuola,perchè il volere di mia nonna era quella che andassi a lavorare. E io non potevo fare altro che darle ragione. Non potevo fare nessuna delle mie scelte,la nonna si arrabbiava facilmente anche,e se facevo qualcosa che poteva infastidirla,come un ritardo nel preparare il pranzo,erano botte.
La prima volte successe quando stesi male i panni,ci fu un violento schiaffo,ne rimasi sorpresa,non aveva mai alzato le mani,dopo mi chiese anche di perdonarla,e io pensai che sia stato solo un caso. Ma dopo questa vicenda ne seguirono altre,e le botte diventavano sempre di più,capii che questo non era più un semplice caso.
Nonostante tutto,non gli diedi mai la soddisfazione di vedermi piangere,e neanche lo feci di nascosto,dovevo essere forte.
Una mattina,esattamente il 24 Dicembre,la mia vita cambiò,e ancora oggi non smetterò mai di ringraziarti.
Se non ti avessi mai conosciuto,non avrei avuto altro dolore,sofferenza...ma se non ti avessi mai conosciuto,non avrei scoperto cosa significa dolcezza,gentilezza e specialmente,cosa significasse amicizia.
Mi ritrovai fuori la porta di casa,con le gambe strette al petto a osservare il vuoto,quando una ragazzina si piazzò di fronte la mia visuale.
Momoko,eri sempre stata allegra e spensierata,e un pò ti invidiavo,anche se non ho mai avuto il coraggio di dirtelo.
Da quel giorno divenne mia amica,la prima amica che avessi mai avuto,e anche la prima persona a cui dimostrai il mio affetto.

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- Possiamo sederci qui? - Chiesi timidamente a Momoko,con una voce piccola piccola,e lei sospira,portandomi verso il prato sul retro della sua casa. Sceglie un punto sotto un grande albero,e si siede all'ombra,facendo segno di sedermi vicino a lei.
- Non devi chiedermi il permesso ogni volta che vuoi qualcosa - Mi dice mentre osserviamo le macchine che vanno e vengono per il parcheggio. Io mi acciglio,non avendo realizzato di aver fatto una cosa del genere,so che Momoko non si arrabbierebbe mai,o addirittura mi metterebbe le mani addosso come faceva la nonna,quindi perchè continuare a farlo?
-Scusam..- Iniziai a dire piano,ma lei mi preme un dito sulle labbra,bloccando le mie scuse.
- Smettila anche di chiedere sempre scusa - Dice con una piccola risata.
Io non vorrei comportarmi così,voglio più di qualsiasi cosa poter essere normale,come tutte le persone che vede camminare per strada. Loro possono dire tutto ciò che vogliono,senza temere le conseguenze.
- Ehi,mi dispiace..- Dice subito lei,quando vede la mia faccia intristirsi. - Non volevo prenderti in giro -
-No,non è quello,vorrei solo essere normale- Rispondo piano.
- Che intendi per normale? non hai niente che non và- Mi chiede visibilmente confusa.
Invece si Momo,e lo sai bene. L'hai appena detto: io non devo chiederti il permesso se voglio fare qualcosa,non devo chiedere scusa ogni volta. Continuo a ripetermi che non sei come nonna,ma non posso smettere di comportarmi così,perchè è questo che sono costretta a fare con lei per evitare di essere picchiata. E non posso evitare di chiederti scusa se va bene che io faccia una determinata cosa,anche se so perfettamente che non ti arrabbieresti mai con me per qualcosa di così stupido,ma credo che non me ne libererò mai...non importa quanto cerchi di sforzarmi. -
Tu puoi fare qualsiasi cosa,Reila. Mi dice tranquillamente cingendomi le spalle con un braccio e stringendomi a sè.
- Ma...-
-So che puoi.- Mi interrompe,per poi saltare in piedi. Io la guardo con occhi sgranati e lei mi tende una mano,la prendo con esitazione,non capendo cosa Momoko stia facendo.
- Ok,diciamo che vuoi andare a prenderti qualcosa da mangiare- Dice con tono fermo.- Diciamo che hai fame e vuoi mangiare qualcosa.-
-Ma io non ho fame..- Protesto,chiedendomi perchè stia dicendo certe cose. Cosa cerca di ottenere?
- Facciamo finta di sì. - Dice allegramente Momoko. - Voglio che tu dice: Momo,ho fame,e adesso vado a comprarmi qualcosa da mangiare-
- Momo non credo che...-
- Puoi dirlo per cortesia? - Io sospiro,vedendo lo sguardo implorante dell'altra,e abbasso il capo,sentendomi a disagio.
- Momo,io vado a comprarmi qualcosa da mangiare - Dico a voce bassa,con lo sguardo fisso a terra,e Momoko incrocia le braccia.
-Ma io non voglio mangiare,quindi no,non andiamo da nessuna parte - Risponde con un tono infantile,e io sospiro di nuovo,non capendo dove la ragazza voglia arrivare.
- Cosa dovrebbe significare tutto questo? -
- Voglio che tu rifletta su cosa dovresti dire in questo genere di situazione - Mi rispose tranquilla.
- Non lo so...Okay? -
- No,voglio che tu mi dica con voce ferma: No Momo,io mangio,perchè io ho fame. - Mi morsi un labbro,poi dissi.
No Momo,io mangio,perchè io ho fame - Dico quindi,sempre a voce bassa,non riuscendo ad alzarla di più,non perchè non voglio,ma perchè non posso.
-Più forte!- Mi dice lei entusiasta,e all'improvviso non mi sento più spaventata.
-No Momo,ho fame!- Stavolto lo dico quasi urlando. Momoko mi sorride compiaciuta sentendomi così decisa,e io sorrido di rimando.
-Grazie.- Mormoro,mentre Momoko corre ad abbracciarmi.

Mia nonna morì 15 giorni dopo di un improvviso attacco di cuore,così per me finirono violenze.
Continuai ad abitare da sola,nella casa che mia nonna aveva lasciato vuota,ma quella volta sapevo di non essere sola,c'era Momoko con me,lei è il suo bellissimo fratellino,mi regalava ogni giorno un sorriso.
Non avrei mai pensato,che sarebbe arrivato quel giorno,o meglio non avrei pensato fosse arrivato così presto.
Si venne a sapere che Momoko era malata di leucemia,e gli rimanevano pochi giorni di vita.
Mi guardavi con occhi supplichevoli,volevi che ti aiutassi,non volevi morire,ed è forse stato quello il giorno dove piansi per la prima volta dopo tempo.


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Mi scrollo di dosso la mia fragile coscienza,
procedi lentamente,senza far rumore
e diventi cenere,spargendoti in mille frantumi
solo questo...senza lasciare traccia.

La consapevolezza della mia ignoranza
è più debolezza che vigliaccheria
Strisciando sul fondo dei miei sensi confusi
interrogo il mio subconscio.
Non riesco a vedere il futuro davanti ai miei occhi.

Seppellendo il tuo respiro nella stagione immobile
tu, che aspettavi un aiuto, ti sei dissolta in acqua..
i miei versi avvizziti che non potrai più sentire
piangono senza fine

Le lacrime che scorrono per la tua perdita
gocciolando sgorgano nel mio dolore
Come tutti gli altri che ti hanno abbandonata
chiudo le palpebre...

La fitta nebbia non si dirada
e la prova della tua esistenza non scompare
Se questi versi ti raggiungeranno
probabilmente penserai che siano ipocriti...

Non riesco a far tacere la mia voce,
di modo che tu non la senta più
e mi rendo conto che questa è la mia colpa impunita.

Ti vorrò bene sempre,Momoko.






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Questo triste avvenimento ammetto che mi trasformò in una ragazzina più triste,era come se fossi arrabbiata con Dio,pensavo si fosse dimenticato di me e non volesse aiutarmi. E sperai che anche mia madre mi avrebbe aiutato,ma niente,ero di nuovo sola.
Il mio carattere inizialmente mutò,ero un pò fredda e distaccata,ma con il tempo me ne feci una ragione,e tornai a sorridere,anche se in fondo al cuore,soffrivo non poco.
Spesso mi ritrovo a pensare che fine abbia fatto mio padre,anche se mi odiava,io spero che stia bene,e che almeno lui possa vivere felice per davvero.
Ma adesso,trovata da uno dei Satiri sono qui al Campo,il luogo che adesso posso ritenere la mia vera casa. Con me porto sempre un arma ,trovato di uno dei cassetti tra diversi stracci di mia nonna,preso prima di partire di nuovo. Un arco bianco con sopra incisi diversi disegni,tra cui,il mio preferito, una grande rosa.
In tutto questo tempo,ho imparato ad amare la mia Momoko,la natura, specialmente fiori di ciliegio,la musica,e il ruscello o meglio il suono dolce che fà,così come ad odiare mia nonna,per tutto quello che mi ha causato,e quando riguardo i segni sul mio corpo della violenza subita non posso fare a meno di provare ancora più ira,odiare il luogo dove sono nata,e anche se dovrei odiare mio padre...non lo odio,forse perchè in fondo al cuore,gli volevo bene."


Edited by » kimi to sugosetara‚to - 30/7/2010, 15:22
 
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»Pj¸
view post Posted on 5/4/2010, 20:34




Oddio ma è bellissima!**
Inutile dire che è approvata!
 
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¿Starless Night?
view post Posted on 6/4/2010, 09:17




Quoto Silvia!PiccolaHachi mi hai stupita e parecchio anche.inserisci QUI ciò che è richiesto, grazie =)
P.S:mi devi delle ruolate U,U
 
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momoko chan ~
view post Posted on 6/4/2010, 12:26




Grazie tremila *-*
<3
 
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3 replies since 5/4/2010, 10:55   261 views
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